Gli Onorevoli - Totò

Oliviero Beha

Guardatelo PER FAVORE !!!!

mercoledì 29 aprile 2009

Esplode il "caso Veline"...

Esplode il “caso Veline”…
Strano per un Paese che ha tollerato di tutto.

Dopo decenni di candidature vergognose (il figlio del politico di turno, o la moglie, o il fratello, il mafioso alla moda, il demente commercialista, medico o sindacalista con il borsone pieno di voti, ecc.) qualcuno, sullo sfogo di Veronica Lario, inizia a chiedersi se per caso non si stia esagerando.
“Ma hanno fatto un corso di 50 ore di politichese” hanno risposto dall’altra parte… come se questo (corso pilotato oscenamente dai tirapiedi dementi del leader da cabaret”) fosse sufficiente a candidare una bella diciottenne che (grazie alle tv Berlusconiane ) ha capito perfettamente come gira questo squallido mondo.
Ma se volessimo esulare dal contesto nazionale troveremmo le stesse porcate anche nelle aree più vicine a noi.
Magari non troviamo in lista le veline… ma i nomi noti (non certo per meriti filosofici), i figli di, gli incapaci di turno riempiono le fila.
Il “politicuccio da quattro soldi” che da decenni ha monopolizzato un simbolo
(e che già ha dimostrato ampiamente la propria incapacità)
tenta di sistemare il figlio o la moglie, il megapolitico da migliaia di preferenze non sa spiaccicare una parola in italiano corretto infila il lecacculo preferito,
gli altri si impegnano unicamente a recuperare un posto sicuro per la moglie incompetente… e così via.
Lo scenario non è solo deprimente… questo “mondo da operetta” tenta ancora di spacciarsi per POLITICA !
Quello che angoscia è che la gente continua ad accettare supinamente questi scandali censurabili ed anzi… si meraviglia nel caso non dovessero accadere.
Chi si interessa seriamente di politica resta da decenni nell’ombra.
Ovviamente. Anche perché non esiste un “sfogo politico” possibile.
Analizziamo quanto accade alla provincia: una sinistra candidata a tavolino appare assolutamente inaffidabile sia per il fatto che ha rifiutato di andare alle primarie (paura di perdere il controllo di una situazione incancrenita) sia per le candidature (come al solito offerte non a gente capace ma a singoli portatori di voti).
Non è tollerabile avere rappresentanti verdi che non abbiano un minimo di sensibilità e di competenza in materia, non è accettabile vedere partiti storici come Rifondazione (ed altri) nelle monolitiche mani di individui assolutamente dimentichi dei principi per cui dovrebbero lottare e protesi soltanto ad assicurare un posto sicuro al parente.
E’ intollerabile continuare a reggere il gioco ad una politica quantomeno “lobbystica” ma che bisognerebbe definire "mafiosa".
Un errore in buona fede lo si può commettere una volta ma non è accetabile continuare a reggere il moccolo ad individui privi di scrupoli che continuano a fare unicamente i propri comodi e totalmente ignari di quale veramente dovrebbe essere il proprio compito.
Il centrosinistra per essere credibile dovrebbe azzerare i propri organigrammi. Quando i colonnelli lo capiranno sarà troppo tardi ed avranno subito sconfitte a iosa.
Il PDL è rappresentante allo stesso modo di interessi troppo personali per poter esser preso in considerazione anche solo dalla piccola area seria del centrodestra.
La Poli Bortone è la scheggia impazzita che (se sapesse scegliere i propri candidati) potrebbe apparire come innovativa. L’apparentamento con l’UDC (che non ha fama di essere il più “pulito” dei partiti) non mi permette però di concedergli fiducia alcuna.
(continua)

---------da Repubblica

Lo strappo politico della first lady"Mio marito come Napoleone"
di DARIO CRESTO-DINA
UNO sfregio familiare. La risposta è un attacco politico. Come due anni fa, quando, dopo i complimenti di Berlusconi alla Carfagna ("Se non fossi sposato, ti sposerei"), Veronica scrisse a Repubblica spiegando che lei non voleva essere la metà di niente. Anche questa volta le sue parole all'Ansa sembrano concordate con i figli, soprattutto là dove, commentando la partecipazione del presidente del Consiglio alla festa di compleanno di una ragazza napoletana, Veronica Lario manifesta uno stupore che è una stilettata: "Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo compleanno dei suoi figli pur essendo stato invitato". Non pronuncia le parole "mio marito". Mai. Una scelta precisa dietro alla quale c'è una nuova rottura. Una bufera davvero inattesa. "Mi spiace che Veltroni si sia dimesso. Mi sembra che il centrosinistra non ci sia più", mi aveva detto un mese fa a Macherio Veronica Lario. Poi aveva aggiunto: "Mio marito insegue lo spirito di Napoleone, non quello del dittatore. Il vero pericolo è che in questo paese la dittatura arrivi dopo di lui, se muore la politica come temo stia succedendo". Voleva dire che il Cavaliere stava correndo su una strada senza ostacoli. Senza opposizione. Che il suo obiettivo era il Quirinale. Scherzando le avevo fatto notare che la paura più grande del premier poteva essere ancora lei. Lei e l'effetto Veronica. "Le cose vanno un po' meglio - aveva risposto - Io faccio soltanto la nonna, seguo Alessandro, il bimbo di Barbara e devo riconoscere che anche mio marito si è innamorato di lui. Trascorre ore a farlo giocare, spesso anche da solo".
Aveva ribadito che le voci di divorzio erano infondate, ripetendo ciò che aveva spiegato un anno prima: "Potrei dire che ci sto pensando da dieci anni e che sono lenta a prendere le decisioni. Non avere compiuto questo passo ha dato risultati molto positivi per i miei figli. Ora sono serena, non ho pensieri di questo tipo. Voglio stare fuori da tutto e non fare nessun tipo di dichiarazioni". Aveva preferito parlare della crisi, dei contrasti tra Tremonti e Draghi sugli interventi anti-recessione ("Chi sbaglia dovrà dimettersi, credo"), dell'azione del governo che non la convinceva fino in fondo. Delle polemiche sul testamento biologico: "La tecnica oggi ci impone dubbi più grandi di noi". Della lotta di Beppino Englaro: "È stato linciato. Non doveva essere permessa una cosa del genere". Insomma, era serena. Fino a ieri sera. A farla scattare sono state le critiche sulle liste elettorali del centrodestra per le europee avanzate dalla Fondazione "Fare futuro" e l'articolo di questo giornale sulla notte napoletana del premier. Veronica è scesa in campo, trasferendo la dignità sua e dei suoi figli dentro il teatro della politica. Come in quel giorno di fine gennaio di due anni fa. Quarantotto righe che fecero il giro del mondo: "Con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere nel corso dei 27 anni trascorsi accanto a un uomo pubblico, imprenditore prima e politico illustre poi, qual è mio marito. Ho affrontato gli inevitabili contrasti e i momenti più dolorosi che un lungo rapporto coniugale comporta con rispetto e discrezione. Ora scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili". Una festa, una donna. Mara Carfagna. Veronica Lario continuava così: "Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità, affermazioni che per l'età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare (due figli da un primo matrimonio e tre figli dal secondo) della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito e all'uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente". E ancora: "Ho sempre considerato le conseguenze che le mie eventuali prese di posizione avrebbero potuto generare a carico di mio marito nella sue dimensione extra familiare e le ricadute che avrebbero potuto esserci sui miei figli. Questa linea di condotta incontra un unico limite, la mia dignità di donna che deve costituire anche un esempio per i propri figli, diverso in ragione della loro età e del loro sesso. Oggi nei confronti delle mie figlie femmine, ormai adulte, l'esempio di donna capace di tutelare la propria dignità nei rapporti con gli uomini assume un'importanza particolarmente pregnante, almeno quanto l'esempio di madre capace di amore materno che mi dicono rappresento per loro".
(29 aprile 2009)


Veline in lista, l'ira di Berlusconi"Veronica manipolata da sinistra"
ROMA - Irritato. Con la sinistra e con la stampa "che manipola". Irritato con "la signora" Veronica come nel 2007. Lui che in Europa non vuole "persone maleodoranti" e che "vuole solo rinnovare la politica". Dura poco la fase della concordia bipartisan legata al terremoto. La polemica sulle veline candidate in Europa fa esplodere la rabbia di Silvio Berlusconi. Rabbia nei confronti della moglie che oggi sui giornali ha pubblicamente sconfessato la decisione del marito di candidare ex veline e attrici di soap a Strasburgo. "Veronica è vittima delle manipolazioni della sinistra" tuona il Cavaliere da Varsavia. Ex show girl in lista? Ma quando mai. E' tutta una manovra della stampa di sinistra. "Mi sembra che la situazione sia molto chiara, c'è una manovra montata dalla stampa di sinistra e dell'opposizione sulle nostre liste con notizie assolutamente infondate. Mi spiace che la signora (ovvero la moglie, ndr) abbia creduto alla stampa". Il premier è un fiume in piena. Rivendica quella che definisce la scelta di "rinnovare la nostra classe politica con persone che siano colte, preparate e che garantiscano la loro presenza a tutte le votazioni". Niente "personaggi maleodoranti e malvestite come altri personaggi che circolano nelle aule parlamentari candidati da certi partiti" con il Pdl.
"Noi non accettiamo di vederci imporre dalla sinistra quello che è per loro il metro di azione - prosegue Berlusconi - nella nomina dei candidati alle europee, che molto spesso sono vecchia arnesi della politica e liberano il campo in Italia per mandarli in pensione in europa. Sono soltanto interessati al consenso e molto spesso sono assenteisti".


----da Micromega Clamoroso! L’unica opposizione a Berlusconi è sposata con Berlusconi! Multimedia di Alessandro Robecchi Più dura di Di Pietro, più efficace di Franceschini, finalmente in Italia c’è un’opposizione seria a Silvio Berlusconi. E’ finanziata da Silvio Berlusconi e si chiama Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, in arte (e due!) Veronica Berlusconi. E sua l’unica voce che si alza contro il più ridicolo primo ministro del mondo alla vigilia delle elezioni europee. Al PV (Partito Veronica) e alla sua leader (Veronica Lario) non sono andate giù le indiscrezioni sulle avvenenti signorine che il marito vorrebbe candidare alle europee. Durissime le sue dichiarazioni: "Quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti". Una frase dura, che tradotta in italiano suona così: sei un porco. Il PV ha poi duramente criticato la decisione del capo del gioverno di far visita a una misteriosa ragazzina napoletana nel giorno del suo diciottesimo compleanno, ragazzina che chiama Silvio Berlusconi "papi", senza aver mai chiesto il test del dna. Anche qui sono piuttosto dure le dichiarazione della leader del PV: "La cosa mi ha sorpreso molto, anche perchè non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato". Una frase dura, che tradotta in italiano suona così: sei un porco. Ma dietro le feroci critiche della leader del PV c’è anche dell’acquiescienza nei confronti del capo del governo. Per esempio Veronica Lario dice "Mio marito insegue lo spirito di Napoleone", tacendo che Napoleone era più alto, molto più intelligente e aveva persino i capelli. Del resto, siamo immersi in uno scandalo tipicamente italiano. L’unica voce di dissenso e di opposizione a Silvio Berlusconi vive in alcune ville di proprietà di Silvio Berlusconi, indossa gioielli regalati da Silvio Berlusconi, ha sistemato per sempre i suoi figli nelle aziende di Silvio Berlusconi, ed è addirittura sposata con Silvio Berlusconi. Nella foto, il capo del governo e il capo dell’opposizione.


(29 aprile 2009)

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