Sui giornali è tutto un fiorire di idee per "preservare" l'ambiente,
per evidenziarlo, salvaguardarlo, pubblicizzarlo, ecc.
Una marea di fondi vengono indirizzati in tal senso.
Una moltitudine di persone vengono interessate, strapagate, "appaltate", contattate per questa meraviglia di idea.
A leggere i giornali si avrebbe l'impressione che finalmente il Salento ha aperto gli occhi ed ha compreso il vero tragitto che dovrebbe compiere per raggiungere un valido equilibrio e proporsi al mondo intero.
Nulla di più falso!!!!
Hanno semplicemente scoperto una miniera di fondi a disposizione e si danno da fare come matti per sfruttarla sino al midollo !
Infatti, per compiere questi ulteriori scempi,
non hanno contattato chi di ambiente si occupa da una vita,
tantomeno chi combatte da sempre per preservarlo...
...ma i soliti "tecnici da strapazzo" specializzati solo nel distruggere e sfruttare,
ammanicati a triplo filo con le amministrazioni,
che compieranno il capolavoro dello "scempio definitivo" (ironia della sorte) in nome dell'ambientalismo.
I "politici" si configurano sempre meglio per quello che sono esattamente :
"NON-POLITICI" .
Offendono e scherniscono la serietà della POLITICA con la loro rozza incompetenza,
con l'atteggiamento da "affaristi consumati", con l'arma dell'ignoranza...
e lasciano eternamente a noi i cocci devastati del loro passaggio.
Nessuna speranza per questo Salento,
nessuna speranza per questa Puglia.
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[24/02/2010] da Lecce Prima.it
RispondiElimina“SUD USATO DA POLITICA SOLO COME COLLETTORE DI VOTI”
Dura accusa dei vescovi italiani, che firmano un documento sul Mezzogiorno e criticano le “classi dirigenti inadeguate”. Intanto la politica regionale ancora immersa nei veleni: Pdl accuse a Vendola
ROMA - Un nuovo documento sul Mezzogiorno: a firmarlo, questa volta, non sono i politici candidati alla prossima competizione elettorale regionale, ma i vescovi italiani, che, dopo vent’anni tornano ad affrontare il problema del Mezzogiorno, fornendo spunti che faranno capolinea nel dibattito.
Il testo del documento “Per un paese solidale. Chiesa Italiana e mezzogiorno” è molto duro e sottolinea come nell’attuale crisi politica e sociale, il Sud dell’Italia rischia di essere “tagliato fuori” dalla ridistribuzione delle risorse, e soprattutto di essere ridotto ad un “collettore di voti per disegni politici ed economici estranei al suo sviluppo”: una denuncia, che si accompagna alla definizione di una “classe dirigente inadeguata”, che amministra il Sud, e alla disapprovazione della malavita organizzata operante sul territorio e di tutte le forme di illecito e di corruzione perpetrate, che arrecano “un grave pregiudizio allo sviluppo economico, sociale e culturale” dell’area ed esautorano la presenza dello Stato.
I vescovi chiedono che si lavori ad un nuovo “senso civico”, ma soprattutto che si tenti di ricostruire la “necessaria solidarietà nazionale”: “Il complesso panorama politico ed economico nazionale e internazionale – si legge -, aggravato da una crisi che non si lascia facilmente descrivere e circoscrivere, ha fatto crescere l’egoismo, individuale e corporativo, un po’ in tutta l’Italia, con il rischio di tagliare fuori il Mezzogiorno dai canali della ridistribuzione delle risorse, trasformandolo in un collettore di voti per disegni politico-economici estranei al suo sviluppo”.
Secondo la Cei, la globalizzazione “ha messo ancor più a nudo la fragilità del territorio” e il Sud “ha recepito spesso acriticamente la modernizzazione, patendo lo sradicamento disordinato dei singoli soggetti da una civiltà contadina che, invece di essere distrutta, doveva evolversi attraverso un graduale rinnovamento e una seria modernizzazione”.